Ciak si gira: prima…. azione!


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Luogo: Sala Radar del Servizio Segreto Incuria Comunale
15 aprile 2011, ore 21.00 (+1GMT)

“Signor Generale, venga a vedere”
“Cosa succede, tenente?”
“Registro un’attivita’ anomala nel settore di Quarto Inferiore”
“Che tipo di attivita’ anomala?”
“E’ come se elementi biologici vegetali stessero convergendo verso….”
“Tenente, mi sta dicendo che vede delle piante camminare?”
"E’ cosi’, Signore”
“Forse dovrebbe smetterla di bere, tenente”
“Generale, io sono astemio”
“Appunto”
“Guardi lei stesso”.
"Un momento…. Ma…. e’ impossibile! Tutti ai posti di combattimento! E’ in corso un attacco!”


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Cosi’ e’ iniziata, la nostra attivita’.
In una calda serata di primavera, abbiamo preso di mira due vasi abbandonati di Quarto Inferiore.
Il primo, un vaso comunale di cemento con tanto di fascione di rame brunito dal tempo (che fa molto arredo urbano, segno che qualcuno l’ha messo li’ per bellezza) era persino patetico: il massimo delle cure che aveva ricevuto era stata una rasatina all’erba infestante,  alla stessa maniera degli spartitraffico circostanti. Un po’ poco, per definirla “manutenzione”.
E allora, in cinque intrepidi e inesperti  guerriglieri, abbiamo deciso che potevamo farlo meglio persino noi.
Dieci Petunie, quattro piantine di Bellis Perennis, due Gazanie e troppe mani per le paia di guanti che avevamo a disposizione, sono state le armi di questo nostro primo assalto.
Una foto per immortalarci prima di diventare, a tutti gli effetti dei guerrilla gardeners e…. via!
Inizialmente, abbiamo scavato dei buchi singoli lungo la circonferenza del vaso, per mettere a dimora le petunie, poi ci siamo resi conto che era meglio unirli a farne un cerchio. Mentre Andrea “Roscio” si calava nei panni del fotografo, Antonella, Elenita, Tommi e Giulia “Nejken” zappettavano, palettavano, diserbavano e disponevano le piantine.
Nel frattempo, una signora dallo sguardo un po’ arcigno, passava e ripassava come ombra lenta, scrutandoci e chiedendosi chi fossero quei giovinastri che…. “io ai loro tempi, a quest’ora ero gia’ a letto!”.
In poco piu’ di un’ora, il vaso risorgeva a nuova bellezza. Una generosa annaffiata con tanica da 18 litri (“la prossima volta, qualcuno porti un innaffiatoio!”), il tempo di piantare lo splendido cartello per rivendicare l’azione (la parte piu’ difficile di tutta la serata e’ stata proprio questa!), foto ricordo e via, di corsa, verso la seconda vittima!

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“Generale, stiamo soccombendo. Sono troppo rapidi!”
“Tenente, non tollero questo disfattismo!”
“Si stanno dirigendo verso Piazza Bagneres de Bigorre!”
“Cos’hanno intenzione di fare, questa volta? Li’ ci sono solo splendidi alberi e cespugli di rose!”
“Generale, dimentica il vaso!”


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Un piccolo vaso di cemento, messo da tempo immemore sotto un arco tra i palazzi, per impedire alle auto di parcheggiare proprio sul selciato della piazza (ah, la Civilta’!), era stato coperto con una retina metallica e “abbellito” da un messaggio da vero umarell*:

“Non e’ un cestino. Per favore non mettere immondizia”.

E in effetti, non c’era rusco**.
I bravi cittadini (quelli con la minuscola), consapevoli del fatto che sia da veri maleducati gettare a terra le cicche di sigaretta, hanno pensato di sfruttarlo quale enorme posacenere!

 “….avrai parole nuove da cercare quando viene sera 
e cento ponti da passare e far suonare la ringhiera 
la prima sigaretta che ti fuma in bocca un po' di tosse….”
(Claudio Baglioni)


E allora il secondo assalto e’ partito: via la retina, via il cartello, rapida pulizia del vaso.
E’ il turno delle Pervinche!
 Scava, rastrella, zappetta e sminuzza, versa della terra per acidofile, disponi le piante e….

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 “Tenente, e’ il momento di sferrare la controffensiva! Prepararsi al lancio dei ‘Passanti Curiosi’. Non gli permetteremo di farla franca! Fuoco!”

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Mentre ci chiedevamo quante piante di Pervinca avremmo dovuto mettere, una coppia si e’ avvicinata e ci ha chiesto cosa stessimo facendo.
Alle nostre spiegazioni, sono rimasti piacevolmente stupiti (all’epoca non immaginavamo che questa sarebbe stata la reazione piu’ frequente) ma la vera sorpresa l’abbiamo ricevuta noi perche’, proprio quelle due persone erano gli autori del messaggio allegato al fu-posacenere.
Al termine della serata sovversiva, ci siamo sentiti soddisfatti e, soprattutto, ci siamo divertiti da matti.
E mentre noi tornavamo a casa….

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“Generale, su non faccia cosi’….”
“Buaaaa! Buaaaaa! Persino i complimenti! Sigh! Sob!”
“Vedra’ che la prossima volta li fermeremo”
“Buaaaaa-ah-ah-aaaaaaaaaaaah!” 
“Non pianga…. Tenga il fazzoletto. Pero’…. guardi che bel lavoro che hanno fatto, lei non trova?”
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* Umarell (s.m. bolognese - Omarello, ometto): indica quei vecchietti che, mani incrociate dietro la schiena, si fermano ad osservare i cantieri stradali o una persona al lavoro

**Rusco (s.m. bolognese): espressione che sta per “immondizia”, “pattume”.



Il messaggio


Missione compiuta!

Il giorno dopo

Qualche mese dopo


Prima di cominciare


Loschi guerrilla gardeners!

Dai da bere agli assetati

Foto ricordo

Il giorno dopo

Qualche mese dopo

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